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Galileo

La missione della sonda Galileo, prima navicella spaziale ad entrare in orbita attorno a Giove, è stata dedicata all'omonimo grande scienziato italiano. Essa è iniziata il 18 Ottobre 1989 quando la navetta spaziale Atlantis l'ha lanciata lungo quella traiettoria denominata V.E.E.G.A. (Venus - Earth - Earth Gravity Assist) che le ha permesso, grazie all'energia derivante dal flyby con Venere, e da quello doppio con la Terra, di raggiungere la velocità necessaria per arrivare sei anni dopo presso il pianeta Giove.

Galileo

foto JPL/NASA

Durante il suo viaggio interplanetario essa ha osservato Venere, il sistema Terra-Luna e, per la prima volta nella storia dell'esplorazione del sistema solare, ha effettuato dei passaggi ravvicinati nei confronti di asteroidi, nel caso in oggetto Gaspra ed Ida, scoprendo addirittura il satellite di quest'ultimo Dactyl. Nell'imminenza dell'arrivo a destinazione ha potuto cogliere inoltre l'impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 con il gigante gassoso.

La parte più importante della missione ha avuto inizio comunque nel Luglio 1995 quando Galileo ha rilasciato la capsula atmosferica, il Probe, che 5 mesi dopo, catturata dall'attrazione gravitazionale del pianeta, è penetrata nella sua atmosfera effettuando rilevamenti e trasmettendo dati per 58 minuti, per poi vaporizzarsi per il calore generato dall'attrito con i densi strati atmosferici. Contemporaneamente il 7 Dicembre la sonda compiva il suo inserimento in orbita seguendo una traiettoria ellittica del periodo di 2 mesi, ed effettuando 11 successivi passaggi ravvicinati nei confronti dei satelliti gioviani maggiori.

Traiettoria orbitale

Due anni dopo, nel Dicembre 1997, viste le ottime condizioni della navicella, la NASA ha deciso di prolungare ulteriormente la missione per ben due volte, così che Galileo è risultata operativa fino al Settembre 2003 quando è stata fatta precipitare nell'atmosfera gioviana.

Durante questi anni la sonda ha raccolto una immensa mole di dati ed immagini che poi ha spedito sulla Terra, adempiendo così ai principali obiettivi della sua spedizione che comprendevano:

La sonda, che pesava 2380 kg, era dotata di piccoli motori a razzo, che entravano in funzione durante le operazioni di inserimento in orbita e di correzione della traiettoria, oltre che da un generatore elettrico, l'RTG (Radioisotope Thermal Generator), capace di sviluppare al momento del lancio una potenza di 570 W. Alla partenza essa era comunque composta da queste tre parti principali:

Fra i principali risultati della missione: la scoperta della fascia di radiazione esistente 50000 km sopra lo strato delle nubi di Giove, l'alta percentuale di elio nella composizione chimica del pianeta, pari a quella del Sole, la natura dell'anello gioviano (frammenti di scontri meteoritici), il campo magnetico proprio di Ganimede e quindi l'osservazione dell'attività vulcanica di Io e della superficie ghiacciata di Europa.

Missioni interplanetarie