Storia ed origini del calendario
Risolto il problema della misurazione delle ore, come successione di istanti, resta la questione della numerazione cronologica dei giorni a partire da determinate date.
Origine astronomica del calendario
Riferiti all'anno come lo chiamavano i romani, da annus, il cerchio che periodicamente riporta sui suoi passi il motore del tempo, nacquero i primi calendari impostati sul moto di un astro, quasi sempre uno degli astri maggiori, o tutti e due nel caso di calendari lunisolari.
E' innegabile infatti che lo scorrere del tempo, e quindi il calendario, siano in relazione con i maggiori cicli astronomici e perciò avremo l'anno pari al ciclo stagionale, e quindi al periodo di rivoluzione della Terra attorno al Sole, il mese basato sulle fasi lunari e le settimane che fondano la propria origine, oltrechè nel ciclo lunare e nella tradizione biblica della creazione, anche nei babilonesi che identificavano ogni giorno con una divinità e quindi con uno dei sette astri maggiori (Sole, Luna ed i 5 pianeti visibili).
Da tutto ciò si ottiene una progressione dei giorni a partire da una data d'inizio, il Capodanno, che è stata anch'essa protagonista di modifiche e di successive revisioni. Gli egizi ad esempio contavano i giorni dell'anno a partire dal levare eliaco della stella Sirio, all'incirca in prossimità del solstizio d'estate ed in concomitanza dell'arrivo delle inondazioni del Nilo. Per gli antichi romani invece l'inizio dell'anno decorreva a partire dalla primavera, sino a che non fu deciso di iniziare dal primo di gennaio probabilmente perchè in prossimità di tale data il Sole, passando per il solstizio d'inverno, segnava l'inizio di un nuovo ciclo.
Ogni popolo ed ogni civiltà contano generalmente gli anni a partire da un determinato evento. Così nel calendario gregoriano si contano a partire dalla nascita di CRISTO, in quello giuliano a partire dalla fondazione di Roma ed in quello islamico dall'Egira. Esistono tuttavia dei popoli che numerano gli anni raggruppandoli in cicli come i cinesi o gli eschimesi.
Anche l'inizio del giorno è stato soggetto a variazioni. In passato esso iniziava mezz'ora dopo il tramonto, all'avemaria, o a mezzogiorno quando il Sole passa al meridiano. La sua suddivisione in 24 ore risale invece all'epoca dell'Italia dei comuni, quando si introdussero i campanili che con il loro scoccare segnavano il passare del tempo.
Calendario lunare, solare, lunisolare
Usato sin dalle prime civiltà mediterranee il calendario lunare, di immediata concezione, è riferito alle fasi lunari le quali consentono di gestire facilmente le settimane ed i mesi con i loro cicli di 7 e quasi 29 giorni. Ben presto però ci si rese conto delle limitazioni che esso comportava. Infatti, essendo il mese lunare più corto di quello solare, necessitava di frequenti correzioni per riallinearlo al moto della Terra e quindi al ciclo stagionale.
Il calendario solare dà invece con buona approssimazione il passare degli anni, visto che si basa sul moto della Terra attorno al Sole, ed è perciò sincronizzato alla durata delle stagioni, che sono una conseguenza diretta dello stesso moto orbitale del nostro pianeta. Anche in questo caso occorre però una correzione non essendo tale periodo un numero intero, è stato infatti necessario ricorrere all'introduzione dell'anno bisestile per garantire un certo sincronismo fra l'anno civile e quello tropico. Il calendario gregoriano, quello attualmente in uso da noi e nella maggior parte del mondo, è appunto di questo tipo.
Il calendario lunisolare si basa invece sul movimento combinato dei due astri e perciò, non essendo i relativi periodi multipli fra di loro, bisogna apportare degli aggiustamenti affinchè il ciclo lunare e quello solare, e quindi quello stagionale, siano fra loro sincronizzati. A questo si pose rimedio con il "ciclo di Metone" una corrispondenza fra i cicli periodici dei due astri, ovvero del fatto che 19 anni solari corrispondono a 235 lunazioni. I greci ad esempio integravano ogni tanto un anno di 13 mesi per recuperare i giorni che mancavano.
Calendario Giuliano
E' un diretto discendente di quello usato dai romani, dal quale discendono anche i nomi dei giorni della settimana e dei mesi che rispettivamente ricalcano, tranne qualche eccezione, i nomi delle loro divinità e della loro successione numerica. Lo stesso nome, calendario, deriva da calendarium, il registro delle tasse, che venivano riscosse ai primi di ogni mese, ossia alle calende.
Queste erano dei giorni che facevano parte della tradizionale suddivisione del mese in calende, none ed idi, a cui per colmare la differenza con il mese lunare ne venivano aggiunti degli altri. Tale sistema fu usato dagli antichi romani sotto la leggendaria monarchia di Numa Pompilio, sino alla riforma operata da Giulio Cesare che introdusse il sistema in uso presso gli egiziani.
Questo era basato sull'anno di 12 mesi e 365 giorni, ai quali ogni 4 anni, per colmare la differenza fra il valore intero e fittizio di 365, e quello decimale e reale di 365,25 giorni, veniva aggiunto un giorno nel mese di Febbraio precisamente il sesto prima delle calende di Marzo, che in tal modo veniva a cadere per due volte e perciò era chiamato bisesto, da cui anno bisestile.
Il calendario fu chiamato giuliano in onore di Giulio Cesare, a cui venne dedicato anche il mese di Luglio da Julius, imitato poi da Augusto che battezzò con il proprio nome il mese successivo, Agosto, da Augustus. I nomi attuali del Sabato e della Domenica sono invece di epoca successiva e derivano da shabbat, il sabato ebraico, e da domini dies, il giorno del signore, di estrazione cristiana.
Nonostante varie riforme il calendario giuliano rimase in vigore dal 46 A.C. sino al 1582 D.C. con la differenza, che se prima gli anni erano contati "ab urbe condita", dalla fondazione di Roma (avvenuta nel 753 A.C.), dal 532 D.C., con il cristianesimo trionfante sulla religione pagana dei romani, si decise di contare gli anni a partire dall'anno successivo alla nascita di CRISTO, l'1 D.C.
Calendario Gregoriano
A lungo andare però la mancanza di un potere politico e l'anarchia che regnarono in tutta Europa durante il Medioevo, fecero sì che ognuno contasse i giorni secondo un proprio sistema. Se a questo aggiungiamo che 365,25 era un valore medio dell'anno solare differente da quello reale di circa 10 minuti (365,24219), come risultato vi furono significative differenze delle date con il ciclo delle stagioni.
A tutto questo marasma pose rimedio nel 1582 papa Gregorio XIII, quando la differenza fra il tempo giuliano e quello solare ammontava ormai a 10 giorni, con una riforma che introduceva delle necessarie correzioni. Fu deciso infatti di non considerare più bisestili gli anni centenari, le cui prime due cifre non fossero divisibili per 4, e di azzerare i giorni mancanti con la cancellazione di 10 giorni dal 4 Ottobre 1582 al 15 Ottobre dello stesso anno. Battezzato gregoriano in onore del promotore della riforma, è tuttora il calendario in vigore nella maggior parte del mondo.
Calendario Ebraico
Risale all'incirca al 300 D.C., è di tipo lunisolare ed è strutturato secondo la classica suddivisione dell'anno in mesi e settimane.
Essendo però il ciclo solare e quello lunare di diverso valore, esso è composto da anni alternativamente di 12 e 13 mesi, che a loro volta possono essere composti da 29 o 30 giorni in modo tale da riallinearlo al ciclo stagionale. Ciò avviene riferendosi al ciclo di Metone, in modo tale che 19 anni corrispondano a 235 lunazioni. Gli anni sono contati a partire dal 3762 A.C., mentre l'inizio del giorno parte dal tramonto del Sole.
Calendario Islamico
Esclusivamente lunare, si compone di dodici mesi che corrispondono ad ogni lunazione e sono perciò di 29 giorni a cui, essendo una lunazione pari a 29,5 giorni, vengono intercalati mesi di 30 giorni per un totale di 354 giorni all'anno.
La data d'inizio del mese parte da quella di visibilità della prima falce lunare subito dopo la Luna Nuova. Gli anni sono contati a partire dall'Egira, 622 D.C., anno che commemora il trasferimento di Maometto dalla Mecca a La Medina. L'inizio di ogni nuovo giorno decorre dal tramonto del Sole.
Calendario Repubblicano
Approvato a Parigi dalla Convenzione Nazionale il 24 novembre del 1793, rimase in vigore fino al 31 dicembre 1805.
L'anno era composto da 12 mesi di 30 giorni ciascuno, che a loro volta erano suddivisi in tre periodi di 10 giorni. Il Capodanno era invece fissato al 23 settembre, data dell'equinozio d'autunno. Ad ogni anno venivano aggiunti 5 giorni in più, 6 per l'anno bisestile, per mantenerlo sincronizzato con l'anno tropico.
I nomi dei mesi erano, a partire dal primo dell'anno il 23 settembre: Vendemmiaio, Brumaio, Frimaio, Nevoso, Piovoso, Ventoso, Germile, Fiorile, Pratile, Messidoro, Termidoro e Fruttidoro.